La storia umana è “in-scritta” nel nostro corpo.
Ogni “luogo” del corpo umano è legato ad un tempo:
i piedi sono il bambino in noi, e in essi troviamo traccia di ogni organo, di ogni funzione. Il piede è la “ghianda” dell’essere che, come dice Hillman, porta racchiusa in sé la quercia, il Seme-destino o missione di ognuno (che è anche nel Nome: sem in ebraico).
Tutto in esso è presente: l’essere in “potenza” che attende il tempo della sua germinazione. E il piede, infatti, ha la forma del seme. È legato ai reni e alle orecchie, al feto nella sua posizione più tipica, con cui condivide non solo la “forma”, ma anche una profonda funzione ontologica.
In greco antico il piede è “poùs-podòs”, in significativa assonanza con il “pàis-paidòs”: il bambino in noi.
Ma il corpo racconta una storia molto più ampia: ed ogni sua parte parla di noi, individualmente, come della storia dell’umanità intera.
Nel piede inizia la narrazione del cammino dell’uomo: dell’uomo-bambino, agli albori della sua storia.
Oggi l’umanità è cresciuta: divenuta adolescente si è escoriata le ginocchia con le sue cadute, dovute all’incoscienza giovanile, alla non-conoscenza di sé. Si è piegata e rialzata, ancora ignara del lungo cammino che l’attendeva.
Ha assimilato conoscenza nel viscere cosmico del suo stomaco, l’ha processata e purificata nel fegato che, legato agli occhi, le va donando la “giusta visione”.
Oggi siamo ad un passo cruciale:
come umanità in crescita – crescita di consapevolezza e di RICORDO – siamo giunti davanti al Grande Cancello.
È il cancello del Cuore, organo di conoscenza.
Portatore di quella conoscenza tutta “femminile” che ha DOVUTO per secoli “dormire”, in attesa del principe che la porta al risveglio.
Che la porta al “ricordo di sé”, ovvero delle sue “origini regali” e alle sue “nozze”.
Il Cuore è il Grande Cancello.
Mistero della fisiologia moderna, che ancora non spiega perché sia fatto di fibre tipiche dei muscoli volontari.
Il Cuore è luogo di incontro, dove si celebra il matrimonio sacro, il matrimonio delle profondità.
Ma è anche luogo di provocazione:
la parti in noi che mai si incontrano, sangue venoso e sangue arterioso, vengono pro-vocate, chiamate l’una al cospetto dell’altra.
Luogo di incontro e di conoscenza ma, soprattutto, di “abbraccio”.
Le contraddizioni in noi, in esso possono scendere vis à vis, riconoscersi, sanarsi, nella grande opera del RI-COR-DO: ovvero attivazione delle forze del cuore.
Forze del Ricordo che aprono la strada del Ritorno.
Passato il Grande Cancello, la risalita incomincia.
Siamo pronti? Siamo consapevoli di questo momento speciale che l’umanità sta attraversando?
Loredana Filippi