Stiamo apprendendo a legittimare la trasgressione. E questo è Segno che stiamo crescendo!
Non (solo) di numero, ma di qualità.
Stiamo uscendo dalla condizione adolescenziale per accedere a quella della maturità, in cui l’essere si conosce e sa CHI È.
II cammino è lungo, ed è quello: l’essere indivisi, pur camminando nella dualità.
Per Jung è il processo di Individuazione. Un processo iniziatico.
Oggi possiamo entrare nella condizione di una “umanità adulta”, che ci permette di disobbedire in funzione di una consapevolezza oramai matura.
Ogni età ha il suo grado di evoluzione, e la filogenesi ricapitola l’ontogenesi. La crescita dell’individuo ripercorre la crescita dell’umanità.
Ma come si qualifica la consapevolezza dell’età matura?
La riconosciamo perché essa porta in sé il senso di responsabilità.
Che è, letteralmente parlando, il “peso” di ciò che conosco, che ho scoperto nel cammino, e so (res pondus).
La Responsabilità delle proprie scelte, la capacità di “rispondere” di esse, del proprio “sapere chi sono”.
L’adolescenza è stata la scuola: l’impulso a disobbedire per percepire se stessi, la propria forza interiore: la forza dell’IO.
Il bambino, si dice, cresce grazie al NO che, dai due anni, inizia a proferire. Quando batte i piedi a terra e dice No!
Sente se stesso, ascolta con meraviglia la sua forza, e si misura. Poi, soprattutto, si differenzia, si distingue dalla madre; impara che l’alterità, la differenza con l’altro, gli permette di riconoscere l’Io.
Sperimenta, goccia per goccia, l’immensità che lo abita: il mistero della Volontà.
L’umanità sta entrando nel ‘tronco’ dell’albero: laddove le forze prendono coscienza e, soprattutto, DIREZIONE. La direzione che guiderà la linfa, nel suo lungo viaggio dalle radici alle fronde.
Dalle radici: il luogo-tempo dove doveva “raccogliere sostanza” – alimentare, emotiva e cognitiva – per giungere alle foglie, al fiore, al frutto.
L”arboris intrat“: luogo abitato dalla forza dell’ergersi. Forza che sa contrastare la gravità che trattiene nel “basso”, e inaugura la danza tra il cielo e la terra. Danza sulla quale si erge tutta la nostra storia. La forza dell’erezione, che è forza dell’Io. E non va sprecata in inutili e pericolose emorragie della linfa, che si disperde ai piedi dell’albero, dimentica del suo cammino e della vocazione che la abita.
Siam giunti, ragazzi.
“Ecco Betlemme, ornata di trofei”, recitava Guido Gozzano nella lirica dedicata al Natale, in cui, di ora in ora, scandisce le tappe di un cammino con le rispettive difficoltà.
Prendiamo coscienza della Soglia dei Tempi, che stiamo vivendo.
E celebriamo la nascita che in essa si compie.
*Loredana*
Canale Telegram:
Sulla Soglia. Richiami di Risveglio