Cittadini di un unico Universo: cosa significa realmente?
Che stiamo tutti viaggiando verso un’unica direzione che è, appunto, l’Unus – Versus.
Lo dicono i testi antichi, che in tutte le tradizioni celebrano il ritorno all’Uno. La Cosa Una di Ermete Trismegisto, il dio Toth dell’antico Egitto, che riconosceva nel così sopra-così sotto, così dentro-così fuori, una legge cosmica.
Lo dice il mudra più universale di tutti, presente in ogni cultura: Le mani che si ri-congiungono: le parti “distinte ma non separate” che si ri-uniscono… Le acque-di-sopra che si riflettono nelle acque-di-sotto, di biblica memoria.
Lo dice la scienza, quando rammenta che viviamo in un immenso ologramma, in cui la parte contiene il tutto e lo riflette!
C’è una forza potentissima che oggi più che mai ci chiama: che ci porta a ricompattarci interiormente, unendo le parti in noi, anche quelle in conflitto. Non si indugia più. Riconosciuta una priorità imperante, questa ci unisce, e ci ricompatta! Questa è l’ora.
Trieste, che ora si fa simbolo, ci ha riuniti per l’ennesima volta. Siamo lì anche noi, anche se fisicamente lontani. Interiormente uniti, saldi. E radicati sempre più in un terreno comune, unico suolo che accoglie la nostra battaglia, la nostra “unica” preghiera. L’OM non si può tradurre concettualmente.
Ognuno immette, nel suono sacro, il suo unico suono interiore. Che ci accorda tutti, ognuno con la sua sfumatura vocale tutta interiore. Che viene offerta al cielo, poiché il cielo tutto accoglie e riunisce. Che è azzurro, o blu, come il mare, cui ogni flutto perviene.
Qui ci ancoriamo con tutta la nostra forza, la forza dell’Intento, che diventa potente quando si allinea a quel qualcosa che ci trascende.
Se ci percepiamo umani, riconosciamo la nostra individualità, unicità e, al contempo, la nostra “indivisibilità”. L’Individuo, umano, sa essere Uno e Mille, insieme.
Ma soprattutto, dentro. Dentro di sé.
*Loredana Filippi*
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